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Marchi da pane

Il marchio del pane (o timbro da pane) è un utensile legato al mondo agricolo-pastorale: prodotto dai pastori, aveva la funzione di imprimere un segno distintivo e di proprietà nella pasta del pane pronta per la cottura.

Costituito da un unico blocco di legno (10/20 cm) scolpito e variamente decorato, si presenta articolato in due sezioni principali: una inferiore, nella cui base è inciso un segno distintivo convenzionale o le lettere iniziali del nome e del cognome del capo famiglia o dell’uomo più anziano vivente nel nucleo familiare; una superiore, in cui è ricavata una figurazione simbolico-decorativa, antropomorfa, zoomorfa o composta da articolazioni di elementi architettonici o oggettuali sacri o di puro ornato, che fa da vero e proprio manico.

Il marchio da pane veniva offerto dall’uomo come richiesta e pegno d’amore, durante la fase del corteggiamento: con le proprie iniziali, egli affidava alla donna, simbolicamente, la sintesi della propria individualità. Se la richiesta veniva respinta o il fidanzamento si scioglieva, l’oggetto veniva restituito o rotto, in segno di disprezzo.

Questo utensile veniva bruciato e distrutto alla morte dell’individuo a cui era riferito.

I marchi di seguito presentati sono stati suddivisi in gruppi, a seconda dei simboli che recano sul manico: i primi due presentano una raffigurazione zoomorfa (volatili e quadrupedi); seguono quelli a figurazione umana (maschile e femminile); con motivi decorativi di ispirazione architettonica; riferiti ad oggetti e suppellettili; con elementi decorativi generici.

Marchi a figurazione zoomorfa: volatili

La gallina o il gallo erano modelli sempre ‘a portata di occhio’ dell’artista popolare, in quanto vivevano all’interno della stessa dimora dell’uomo.

Nella gallina si identificava l’idea della casa benestante, nonché il concetto dell’essere femmina, riproduttrice di vita. Il gallo, invece, raffigurato eretto ed impettito, era simbolo di una sana ed attiva virilità.

Marchi a figurazione zoomorfa: quadrupedi

La raffigurazione del cane era simbolo di difesa vigile ed attenta dal male e dalle influenze negative.

Marchi a figurazione antropomorfa: figure femminili

La donna veniva rappresentata come personificazione della potenza riproduttrice e simbolo stesso della natura : l’idea di bellezza e di armonia fisica era interamente assorbita dalla più ampia concezione della donna concepita come divinità genitrice e tutelare della casa.

Marchi a figurazione antropomorfa: figure maschili

Tra le figurazioni maschili, quella del carabiniere o del soldato possono considerarsi una costante, quali simbolo ed espressione di forza, di autorità costituita e di governo, a testimonianza di una non superata situazione di soggezione e senso di mal sopportata dipendenza.

Frequenti, come evidente simbolo di fede e di un’auspicata protezione ultraterrena, le figure di carattere religioso.

Marchi di ispirazione architettonica e oggettuale

Sono quelli che, nella forma, possono ricollegarsi ad elementi architettonici, come finestre, campanili, pozzi.

La bifora testimoniava un’aspirazione al non corporeo, all’immateriale, di chiara derivazione religiosa.

Il pozzo simboleggiava l’acqua, uno dei più importanti elementi vitali e di sopravvivenza.

La chiave richiamava il concetto di difesa e protezione.

Nell’ultima immagine si può notare un timbro (il secondo da sinistra) senza riferimenti precisi ad alcun oggetto: probabilmente è frutto di semplice esercizio tecnico, in cui ha avuto un ruolo importante il senso volumetrico del vuoto e del pieno; la produzione di questa tipologia di marchi potrebbe essere indice di una fase fortemente disgregativa e priva del riferimento originario.