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Vetrina dedicata al brigantaggio postunitario

Espressione del profondo malcontento che travaglia il Mezzogiorno, il brigantaggio non fu, come molti supposero, una piaga di carattere politico, ma fu, ed è tuttavia una piaga essenzialmente sociale, di carattere cioè morale ed economico.

Il brigante è, nella maggior parte dei casi, un povero agricoltore o pastore di tempra meno fiacca e  servile degli altri, che si ribella alle ingiustizie e ai soprusi dei potenti e, perduta ogni fiducia nella giustizia delle leggi dello Stato, si getta alla campagna e cimenta la vita, anelando vendicarsi della Società che lo ridusse a quell’estremo…

(C. Dotto de Dauli – ‘Sulle condizioni materiali e morali delle province del Mezzogiorno d’Italia’, pag.103 – Napoli, Stab. Tip. Largo Trinità Maggiore 1877)

Merito la morte, perché sono stato assai crudele contro parecchi che caddero tra le mani, ma merito anche pietà e perdono, perché contro mia indole mi hanno spinto al delitto… Io sarei vissuto onesto, se mi avessero lasciato in pace…

(Pasquale Cavalcante, brigante di Corleto Perticara)

Sappiate che per noi nessuno scrittore spreca inchiostro e carta; i nostri malanni, la nostra miseria, gli abusi, l’ingiustizia che ci fanno, nessuno li scrive, mentre poi sono chiamati sommi scrittori quelli che ci disprezzano chiamandoci plebaglia miserabile…

(dalle memorie scritte dal brigante Carmine Donatelli Crocco, quando era recluso nel bagno penale di Portoferraio)

La brigantessa non fu solo la ‘donna del brigante’, […] non fu solo colei che, con furberia tutta femminile, cercò di sviare le indagini della forza pubblica, riuscì rocambolescamente a raggiungere covi e tane con viveri e notizie, si prestò a fare da messaggera tra banda e banda, visse una vita di disagi, di ‘oscuro eroismo’, per amore e dedizione al proprio uomo, marito, amante, fratello o figlio che fosse.

Talvolta la donna del brigante si trasformò in brigantessa… Talvolta, ancora, divenne pure capobriganti e allora mostrò un carattere d’impero inimmaginabile: furba, stratega e abilissima nell’opera di convincimento e proselitismo; bella a volte, spesso crudele…

(M.Restivo – ‘Ritratti di brigantesse’ – R.Fontana editore, 1990 Matera)

…dove i mali della plebe son così antichi da disperare quasi d’ogni farmaco o d’ogni meno strazievole avvenire, là c’è il brigante…

…dove la falce della morte più miete di quel che le fonti della vita riproducano, tanto ella è insidiata da patimenti e da insanie, là c’è il brigante…

…dove i beni sono privilegio di pochissimi, e i più null’hanno, né tetto né capanna, né aratro, né indumenti, solo la groppa e fatiche da negri, là c’è il brigante…

(dalla relazione della Commissione Parlamentare di inchiesta sul Brigantaggio letta alla Camera nel Comitato segreto del 3 e 4 agosto 1863, ‘Pietre miliari…’  a cura di A. Pagano – Ed. Paternoster, Matera)

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