Il tufo (calcarenite) era la materia prima dalla quale lo scalpellino otteneva manufatti diversi: acquasantiere, mortai, abbeveratoi, trogoli… Utilizzava una pietra più dura, il mazzaro, per realizzare macine per il grano e il farro. I suoi attrezzi erano limitati e rudimentali: uno scalpello, un martello e dei caratteristici raschietti di ferro. Non erano rari maufatti […]
Nelle famiglie contadine lavoravano tutti: uomini, donne e ragazzi. La giornata del contadino iniziava alle prime luci dell’alba: si levava dal giaciglio imbottito di foglie secche di granturco, si dirigeva verso la stalla per pulirla e raccogliere il letame da utilizzare come concime; ‘governava’ gli animali, caricava sui muli gli attrezzi che intendeva portare con […]
La bottega del calzolaio era, generalmente, di dimensioni molto ridotte. Il deschetto da lavoro di questo artigiano occupava pochissimo spazio per cui molto spesso veniva sistemato nei sottoscala. I figli dei contadini, per lo più, non possedevano scarpe; gli adulti cercavano di farle durare più tempo possibile: facevano sistemare lungo il margine delle suole una […]
In via del Commercio (chiamata successivamente via Margherita, oggi via delle Beccherie) erano numerose le botteghe dei calderai (‘quallaroll‘). Essi lavoravano su un tipico sedile a tre piedi costituito da un robusto cavalletto di legno a forma di V capovolta, incastrato al centro con un lungo bastone di ferro che scendeva in obliquo sul pavimento: […]
Il sellaio (uarnam’ntêr) era l’artigiano esperto nel fabbricare i finimenti, i basti, i collari borchiati per i cavalli. Era un lavoro complesso, perchè richiedeva abilità nella lavorazione del cuoio, del legno e dell’ottone. Quest’ultimo, martellato e variamente inciso con motivi popolari, veniva utilizzato per gli ornamenti delle selle, dei collari e dei paraocchi.
L‘arrotino (ammulafurce) era l’artigiano addetto al recupero degli oggetti da taglio. Nella propria bottega o, all’occorrenza, girando da ambulante per le strade del paese, affilava attrezzi da lavoro e utensili domestici con la mola azionata mediante manovella o pedali di bicicletta. Era un mestiere indispensabile, in quanto tutti gli attrezzi, usati per i lavori nei […]
A Matera era fiorente la produzione di manufatti in terracotta (oggetti di uso domestico, materiale edilizio), perchè abbondante era la disponibilità della materia prima: l’argilla. Essa veniva cavata dai calanchi e dai bacini lacustri ed accuratamente ripulita dalla calce, per evitare che gli oggetti prodotti scoppiassero durante la cottura. Successivamente veniva resa morbida dai ‘pestacreta’, […]
Il conciapiatti (cunza piott) era un artigiano ambulante esperto nel riparare gli ombrelli e nel ricucire gli oggetti di terracotta rotti. Annunciava il proprio arrivo con una cantilena simile ad un lamento e, quando le donne lo attorniavano con il vasellame che si rompeva con estrema facilità durante le file alla fontana o nell’uso quotidiano, […]
La sartoria era una bottega un po’ speciale, infatti era frequentata dai cittadini più benestanti. Farsi cucire un abito dal sarto era un lusso che i contadini potevano concedersi pochissime volte nella vita: frequentemente sul letto di morte indossavano l’abito del giorno del matrimonio. Di conseguenza le contadine si industriavano nell’adattare gli indumenti dei figli […]
In via Chiancalata c’erano diverse botteghe di fabbro (f’rrer): si trattava di fucine dalle pareti annerite dal fumo in cui troneggiava un gigantesco mantice di legno, ferro e cuoio. Esso veniva azionato dal garzone tirando una catena ed aveva un’ autonomia di alcuni minuti grazie ad una lunga cannula in ferro che dosava la fuoriuscita […]
Il mastro d’ascia era il falegname che eseguiva i lavori di falegnameria pesante: costruiva botti, tini, barili, arcolai e conocchie; assemblava i telai, costruiva e riparava i traini (era infatti chiamato anche carradore). Pesanti asce, grandi pialle e compassi, martelli, trapani, seghe ed arnesi per creare la filettatura erano gli attrezzi che questo artigiano usava […]
L‘ebanista era il falegname specializzato nella produzione dei mobili. Utilizzava attrezzi di dimensioni più ridotte rispetto a quelli del mastro d’ascia: fra le morse, i trapani e le seghe, spiccavano le piallette rotonde, quelle per le cornici, gli stumenti per l’intaglio e l’intarsio.
I cellari (ciddari) erano cantine e luoghi di svago per contadini e piccoli artigiani che vi si incontravano nelle ore serali per parlare dei problemi quotidiani, soprattutto di inverno, quando erano più liberi dai lavori dei campi. I cellari erano ambienti ricavati nel tufo della Murgia, molto più spaziosi delle abitazioni, infatti si inoltravano per […]
Espressione del profondo malcontento che travaglia il Mezzogiorno, il brigantaggio non fu, come molti supposero, una piaga di carattere politico, ma fu, ed è tuttavia una piaga essenzialmente sociale, di carattere cioè morale ed economico. Il brigante è, nella maggior parte dei casi, un povero agricoltore o pastore di tempra meno fiacca e servile degli […]
Nella famiglia contadina era cosa consueta vedere ragazzi di 7-8 anni aggirarsi per i campi ed aiutare i genitori nella raccolta delle erbe, nella semina, nella mietitura, nella trebbiatura e nella vendemmia. Erano ragazzi che venivano precocemente avviati al lavoro e sottratti alle scuole, nonostante le leggi sull’obbligo scolastico. Tutti apprendevano l’arte di coltivare la […]
La trasformazione del cotone, del lino e della lana in tessuto prevedeva diverse fasi di lavorazione che le donne dei Sassi svolgevano nelle loro case. Il primo intervento consisteva nella snocciolatura dei fiocchi di cotone, tramite un attrezzo di legno a manovella (u’magnanidd). Si passava alla filatura, per mezzo del fuso e della conocchia, e […]
La gran parte dei contadini viveva nelle grotte o, più tardi, in un ‘lamione’ posto a pianterreno e costituito da un solo vano, illuminato ed aerato dalla porta d’ingresso e da un finestrino sistemato sulla sommità della porta stessa. La stalla era tutt’uno con l’abitazione degli uomini: a volte la mangiatoia era tanto vicina ai […]
‘Non desiderare la roba d’altri’. Con questo comandamento la Chiesa accusava di invidia sociale chi desiderava le proprietà altrui e consolava gli umili e i poveri, ricordando che a loro era riservato il Regno dei Cieli (vedi il ‘Discorso della Montagna’). La Chiesa, che si dichiara sempre protettrice degli umili e degli oppressi, è sempre […]
Nei tempi antichi l’illuminazione si basava sul potere illuminante del fuoco; si bruciavano, infatti, oli minerali o vegetali, cere, grassi animali… Fino all’Ottocento, a parte l’uso di specchi per meglio diffondere la luce, non si sono avuti sostanziali progressi. Fu con la scoperta del gas illuminante (fatta da Lebon nel 1786) che l’illuminazione fece un […]
I pastori, nelle lunghe pause della vigilanza del gregge, si dedicavano al lavoro di intaglio del legno. A ridosso di un muro a secco o di una macchia, continuavano a percepire il reale mondo circostante nella sua pienezza di forme e nella sua successione narrativa di eventi, ma producevano manufatti legati all’essenza sintetica e gestuale […]
Il marchio del pane (o timbro da pane) è un utensile legato al mondo agricolo-pastorale: prodotto dai pastori, aveva la funzione di imprimere un segno distintivo e di proprietà nella pasta del pane pronta per la cottura. Costituito da un unico blocco di legno (10/20 cm) scolpito e variamente decorato, si presenta articolato in due […]